Andrea Jori
Scultore e pittore
Se la Natività ‘91 di Andrea Jori aveva riscosso universali consensi perché plasmata nel solco della tradizione iconografica del soggetto, chi ha avuto l’opportunità di ammirare in Duomo durante le recenti festività natalizie la Natività ‘92 ha certamente avvertito uno strano
magnetismo nell‘invenzione sorprendente di quelle figure scarnificate, solo volti, mani e piedi. Tutta la rappresentazione vive di una sola tensione che s’inizia e si esaurisce nella giovanissima Vergine-Madre, assopita con il Bambino che le dorme sul seno. E’ il generato senza madre ab aeterno, il nato nel tempo senza padre. Quel puer, che è insieme Padre, Sposo e Figlio della Vergine, è l’esito definitivo del mitolo­gema del divino fanciullo orfano, la consolazione dell’attesa di ogni tempo del Bambino dalla nascita miracolosa, la cui madre «ha pane singolare: essa è e non è allo stesso tempo» (Kerényi), prefigurato da quel Melchisedek, re di Salem cioe’ “re di pace”, «senza padre senza madre, senza antenati, senza inizio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio» (Eb 7, 2-3). Come si legge nell‘apocrifo Libro armeno dell’Infanzia: ‘‘Disse Gesù: «Io sono senza padre sulla terra e senza madre in cielo». Disse soldato:« Come sei nato e come sei stato allevato?» Gesù disse: «La mia prima generazione procede dal Padre prima dei secoli, e la mia seconda generazione ebbe luogo sulla terra». Il soldato disse: «Come? Si è mai visto colui che è nato dal padre, rinascere dalla madre?» Disse Gesù: «Non comprendi bene». Il soldato disse: «Quanti padri hai e quanti madri?» Gesù disse: «Non te l’ho già detto? lo ho un sola Padre e con lui non ho madre e con lei non ho padre». Il soldato disse: «Tu dunque dici: in una prima nascita sono nato da mio Padre, e in una seconda nato da mia madre senza avere avuto Padre». Gesù disse: «Proprio così». Il soldato disse: «Ecco cose prodigiose! Dimmi di chi sei figlio?» Disse Gesù: «Sono l’unico figlio del Padre, il figlio di mia madre e l’erede di tutte le cose»” (cap. XXVIII). Assiste all‘evento un‘umanità pensosa: donne e uomini incorporei, visi sempre visti, non visti mai. Eppure almeno un volto è sicuramente riconoscibile fra loro: lo sguardo del Mantegna. E una presenza familiare, quasi un conforto tra quelle figure senz‘altro nome se non quello di tutti i figli di Eva e di Adamo. Il ceramista ha voluto così storicizzare in Mantova il mistero che travalica e tempo e spazio. Andrea Jori, inconsapevolmente, ha in questo modo ripetuto la stessa invenzione operata dal Mantegna nella Morte della Vergine sullo sfondo di Mantova gonzaghesca. Maria rimoriva a Mantova in un‘assolata giornata estiva, scorrendo limpide e quiete le acque del Mincio sotto il ponte di San Giorgio.
Rodolfo Signorini, 1993

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