Andrea Jori
Scultore e pittore


"Ulisse siamo noi"








Installazione "Ulisse dentro di noi"


Mantova - Trieste - Zurigo - Dublino 2011

Ho creato un'installazione multimediale, itinerante nelle intenzioni, (grafiche colorate, sculture,suoni e musica, foto e video ecc.) in onore del "genio", per decenni incompreso, della letteratura del '900: James Joyce (Dublino 1882- Zurigo 1941).
L'anticonformista letterato irlandese, giustamente incurante dei facili consensi, per molti anni scompose, vivisezionò la scrittura del suo tempo reinventandola nell'"Ulisse" e ancor più nell'avveniristico (e poco letto per la sua ostica stesura) "Finnegans wake", come spartito musicale, risultando precursore per certi aspetti del free jazz, e della dodecafonia.
I suoi scritti sono pure trattati di semiologia e psicanalisi, crogiuoli di neologismi linguistici, visioni profetiche criptate e codificate con uno stile inconfondibile in equilibrio tra comicità e tragedia, razionalità e follia.
Il comune denominatore di quest'eterogenea onirica miscellanea di parole, forme diafane come luce, suoni pensati, colori virtuali, è una sensibilità artistica e una cultura mitteleuropea eccelsi, anni luce oltre i parametri asfittici di certi ambienti letterari dei primi decenni del secolo scorso. Io ho cercato di inventare, a mia volta, un universo sensoriale, una tecnica grafica, scultorea, multimediale per cercare di ampliare con modalità consone al nostro tempo, ciò che aveva intuito il grande visionario irlandese.
I miei disegni sono pure libere partiture musicali, torrenti di colori che fluiscono armoniosamente gli uni accanto agli altri, crocevia di segni e forme in un caleidoscopio dove il mondo contemporaneo va in scena mostrandoci crudamente le radici del passato e gli incubi del futuro.
Il"particolare" estrapolato dal "tutto" ha un significato e un valore autonomo rispetto all'insieme dell'opera globalmente intesa. Viceversa le decine di tavole lavorate con certosina pazienza, accostate, formano un diverso essere "vivente" più grande ed essenziale, saturo di significati nati dallo sciogliersi dei dettagli.
Questo nuovo mondo, attraverso una simbolica progressione simile alle "scatole cinesi", si dilata nello spazio/tempo crescendo infinitamente. Quindi dal particolare si evince l'universale e viceversa, tema non nuovo, caro a molti artisti del presente e del passato.
Per Joyce l'arte coincise, attraverso una progressiva sofferenza, con la vita di tutti i giorni, egli prese spunto da essa per rivisitarla successivamente, purificato da quell'inquietante magma creativo incandescente quanto vivificante che lo possedeva. Si perpetuò così il ciclo dell'eterno esperibile. I personaggi della narrazione furono e sono nostri alter ego, sono specchio di noi stessi e stigmatizzano, spesso con ironia, i molti vizi e le scarse virtù. La magia e il mistero dell'arte ci possono aiutare nella prospettiva di una rinascita spirituale nell'epifania di un mondo meno ipocrita. Si spezzerà dunque, come il vate James auspicava, l'involucro banale e perbenista di una società che ha smarrito la propria identità?

Andrea Jori (2011)