Andrea Jori
Scultore e pittore
L'arte di Andrea Iori, sia sacra che profana, è l'esito singolare e seducente di una profonda ricerca interiore e di una raggiunta maturità tecnica. Le sue opere sono pervase di misticismo poiché esprimono la meditazione dell'artista sul mistero dell'essere, che se si acquieta nella rivelazione cristiana, non esclude la contemplazione dei segni esoterici che furono espressione dell'attesa di ogni tempo della Redenzio­ne consolatrice. Sono immagini pagane, simboli astrali, geroglifici con cui l'uomo antico ha tracciato la sua ansia di capire, di penetrare il tragico segreto per cui ogni essere è apparentemente per non essere più. E l'Umanesimo, nella sua rinnovata speculazione sull'umano, ricuperando l'uomo a se stesso, chiamandolo ad emanciparsi da un provvidenziale cielo medioevale per pervenire alla lucida consapevolezza della propria dignità di creatura potenzialmente divina, Ercole perennemente al bivio, in bilico fra il bruto e l'angelo, sospeso fra un abisso d'annientamento e un "baratro di stelle" (Pascoli), non sdegnò la più lontana ricerca della Verità, ma con riverenza l'associò alla propria raggiunta certezza. E l'occhio alato, emblematico di Leon Battista Alberti, è il serpente, è il bastone, è l'uovo ermetico, cuna cosmica in cui, fluendo i millenni, si cova la nascita del mondo nuovo e dei cieli nuovi che non sapranno la fine. E’ lo stesso uovo, perla di conchiglia, sospeso sulla Vergine col Bambino e santi nella Pala di san Bernardino di Piero della Francesca, che l'uomo ancora attende si schiuda e riveli il prodigio della creazione novella e novissima. Al tempo del nuovo parto l'uomo si affrancherà dai vincoli del quadrato, geometria della Terra, per involarsi alla curva celeste e con essa confondersi, per vedere finalmente facie ad faciem il Vero che prima travedeva sola­mente guardando per speculum in aenigmate .
Rodolfo Signorini, 1994

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